Il 2020 è stato un anno come nessun altro e resterà nella memoria anche per la più grave contrazione economica della storia moderna. Le sue ripercussioni hanno lasciato un segno profondo nel tessuto sociale e in ogni settore, compreso quello della comunicazione, legato a doppio filo allo stato di salute delle imprese. Nel quadro a tinte fosche dipinto dalla pandemia alcune realtà, meglio di altre, hanno saputo adeguarsi alla situazione. Ne parliamo con Christian Perdonà, CEO di Agenzia Perdonà.
Nessun licenziamento in Agenzia Perdonà, anzi delle assunzioni. Una controtendenza frutto dell’andamento del mercato o di una precisa strategia?
“Essere riusciti a garantire la sicurezza del posto di lavoro è motivo di orgoglio ed è il frutto di una solidità, oltre che di una visione, costruita nel tempo. Ci ha aiutato l’aver adottato, da anni, un modello organizzativo “aziendale”, consapevoli che anche un’agenzia di comunicazione è prima di tutto un’impresa da gestire e che occorre fare i conti con i risultati.
Oggi, nonostante il calo di fatturato dovuto al rallentamento o al rinvio di progetti da parte di alcuni clienti, la buona gestione amministrativa degli ultimi dieci anni ci ha permesso di assicurare i posti di lavoro a tutti i dipendenti, nessuno escluso. Anzi, per far fronte al rinnovato impegno nel web marketing abbiamo predisposto un piano di assunzioni che ha rinforzato l’area digital dell’Agenzia.
Al team si sono così aggiunte due nuove professionalità che lavorano a distanza, ma con regolare contratto: del resto non abbiamo mai confuso la flessibilità con la precarietà, e non cominceremo a farlo adesso”.
In un modello d’agenzia strutturato con le modalità di un’azienda, diretta da un creativo imprenditore, come si conciliano ispirazione e rigore?
Il mix tra visione creativa e interesse per i temi dell’impresa derivano dalla mia formazione e dal successivo percorso professionale che, dagli studi d’arte, mi ha portato ad approfondire ogni processo aziendale, in particolare quello della vendita. Ci tengo però a dire che non perso l’abitudine di usare matite e colori, da sempre gli strumenti che mi aiutano a pensare meglio. Io nasco come creativo imprenditore di una piccola struttura. Oggi mi ritrovo nella definizione di imprenditore creativo, alla guida di una realtà ben più strutturata.
Dovendo fare un bilancio come valuta l’anno che sta per chiudersi?
La contrazione del fatturato, fortunatamente, non è l’unico criterio con cui valutare l’andamento del 2020. In assoluto, e per paradosso, questo è stato l’anno con il più alto numero di nuove acquisizioni per Agenzia Perdonà. Un dato decisamente incoraggiante in prospettiva 2021. A questo si aggiunge la continua crescita del numero di aziende e brand stranieri presenti nel portfolio clienti dell’agenzia, segno di una credibilità consolidata anche all’estero.
Nel tempo sono cambiate anche le modalità di acquisizione dei clienti, oggi un processo quasi naturale, conseguenza del modo di agire dall’agenzia e della reputazione che ne deriva. Nessun di noi “è in giro” a promuovere l’agenzia: capita, anzi, che nell’attuale organico dell’agenzia non sia presente alcun account, almeno nella classica configurazione del ruolo.
Sempre più spesso è la reputazione raggiunta ad attirare l’interesse di potenziali clienti. Ma anche di numerosi talenti, al punto che per il prossimo futuro stiamo pensando alla possibilità di “filiali” dell’agenzia aperte in remoto.
La necessità di lavorare in smart working ha rappresentato un ostacolo?
“Lo smart working, imposto dal Governo per motivi di sicurezza, ha richiesto una buona dose di adattamento, ma quella che in prima battuta sembrava una limitazione si è rivelata un’opportunità. Quello che per molte aziende è visto come un trend causato dall’emergenza, è diventato lo stile di lavoro della nostra Agenzia, destinato a cambiare profondamente le nostre abitudini e ad aprire a potenziali collaborazioni con professionisti provenienti da tutta Italia. Diversi clienti si sono stupiti di come siamo riusciti a mantenere inalterato lo standard qualitativo a cui sono abituati da anni. Le parole chiave per spiegarlo sono responsabilità e fiducia.
Inoltre lo smart working ha migliorato un altro aspetto di cui prima eravamo meno consapevoli: l’impronta verde della nostra agenzia. Annullare le emissioni dovute al tragitto casa-lavoro, solo per fare un esempio, è un piccolo grande gesto a cui ora non possiamo rinunciare. Queste nuove abitudini sono il primo passo per future iniziative sostenibili che coinvolgeranno i nostri clienti verso obiettivi green da percorrere insieme”.
Quindi avete investito sul capitale umano…
“La formazione riveste, da sempre, un ruolo chiave in Agenzia Perdonà, soprattutto oggi che dinamicità e capacità di apprendere nuove competenze rappresentano un’opportunità imprescindibile per aprirsi al futuro. L’abbiamo appreso dai nostri clienti più performanti: il capitale che non viene reinvestito è un’occasione di crescita persa. A iniziare dal capitale umano per il quale abbiamo strutturato un corso di “relazioni on line” con la formatrice e vocal coach Rita Colantonio, esperta di speaking e comunicazione efficace. Un lavoro tutt’ora in corso con l’obiettivo di imparare a utilizzare ogni strumento di contatto virtuale per creare relazioni più efficienti, collaborative, empatiche che vadano ben al di là dell’uso impersonale della classica, per quanto comoda, email.
Come riassumere in una sola parola l’anno che si sta per concludere, dal punto di vista professionale?
“È apparso evidente che in un momento così difficile tecnologia e web non sono le soluzioni: sono solo strumenti. Il vero valore aggiunto è l’umanità, che è in grado di unirci nonostante le differenze e di farci affrontare con più energia le nuove sfide del mercato. Brands Speak Human – è la filosofia che incarna questo convincimento. La comunicazione aziendale è in grado di rinnovarsi, mettendo emozioni e sentimenti prima dei prodotti, adottando la stessa lingua della gente. La specializzazione dell’Agenzia non consiste nell’aver scelto una sola strada, ma nel saper affrontare tante strade diverse con una visione complessiva, in cui il brand e la persona sono inscritte nello stesso cerchio”.
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