Abbiamo saputo evolverci. Avere portato avanti un’attività di successo in tempi diversi ci da una grande esperienza e visione d’insieme.

Ciao Christian,

Grazie per questa intervista. In realtà questa sarà una semplice chiacchierata per capire meglio il settore della comunicazione, la sua evoluzione, anche in relazione alla nostra storia ed esperienza come agenzia.

G: L’Agenzia Perdonà nasce come agenzia di grafica e design, quindi con un’attività di marketing tradizionale. Negli anni, è riuscita a specializzarsi anche nei servizi di marketing digitale, diventando un’agenzia di comunicazione integrata. Pensi che sia stata un’integrazione ben riuscita?

C: Assolutamente. Come fondatore dell’agenzia, credo fortemente che “per stare dove si è bisogna muoversi”. È un concetto che può essere riassunto dalla parola “rigenerazione”. Ci siamo sempre preoccupati di anticipare le esigenze del mercato, ci siamo sempre mossi, sempre evoluti.

Lo dimostrano anche questi ultimi dieci anni di attività social dell’agenzia, un periodo che ha visto una crescita esponenziale di questa attività. Una crescita dettata dalle nostre esigenze di mercato, ma anche per la nostra strategia e capacità di esecuzione che si basano su un metodo preciso.

G: Presumo tu ti riferisca al metodo B.U.S.?

C: Esatto. La nostra più grande difficoltà agli inizi dell’attività social è stata quella di educare il cliente allo scopo e utilizzo dell’attività social media. Per molti clienti, questo canale non era altro che uno strumento di vendita diretto e come conseguenza volevano replicare la loro pubblicità e promozioni nei contenuti social. Parte del nostro successo è dovuto anche al nostro metodo B.U.S. che si basa sull’utilizzo di contenuti d’interesse per il target scelto, contenuti che dimostrano che l’azienda comprende i bisogni del consumatore finale, che fa in modo che il marchio comunichi attraverso un linguaggio umano ed empatico.

G: Uno dei più recenti successi dell’Agenzia Perdonà in ambito social è stata la campagna virale degli spot per Casa Vinicola Sartori, che ha ottenuto più di 1.200.000 visualizzazioni. Allo stesso modo mi sono imbattuta in un altro progetto su carta, che risaliva al 2003 e che aveva riscosso un grande successo. Si tratta del calendario realizzato per Multipower, un’azienda leader nella produzione di alimenti ed integratori per lo sport del fitness e che racchiude nel suo portfolio marchi come “Enerzona”, “Guam” e “Solgar”. Pensi che ci sia un elemento comune che ha guidato il successo di due progetti così diversi e distanti tra loro?

C: Assolutamente sì. I canali su cui fare comunicazione saranno pur diversi, ma l’essenza della comunicazione, il come farla non cambia. La comunicazione deve essere in grado di stupire, di fare vedere le cose da una prospettiva diversa, di mettere in evidenza anche l’essenziale che spesso è invisibile agli occhi, citando Il Piccolo Principe. La nostra missione è quella di sorprendere. Sempre. Ci siamo riusciti nel 2003 con il calendario Multipower e ci siamo riusciti con il maxi spot per Sartori nel 2019. Per Multipower il calendario era la campagna pubblicitaria dell’anno, un po’ come per il calendario  Pirelli. 

G: Potresti spiegare un po’ più nel dettaglio cosa significa “stupire” mettere in evidenza “l’essenziale invisibile agli occhi”?

Il messaggio che abbiamo voluto trasmettere è cosa significa essere un vero atleta, fare dello sport la propria professione. Molti di noi tendono a dimenticare che la professione di un’atleta non si limita alla palestra, alla piscina, al campo da gioco. Essere un atleta significa modificare la vita in funzione della professione che si svolge. Il calendario, con un po’ d’ironia, spiega bene cosa voglia dire “vivere di sport”. Anche quello del 2004 è stato un successo. Sempre basato sulla fotografia e sulla simpatia di chi non riesce a cogliere occasione per fare movimento. Poi è cambiato management e con lui la strategia.

La stessa strategia l’abbiamo applicata alla per la Casa Vitivinicola Sartori: siamo andati oltre alla classica storia di produzione di vino per raccontare il prodotto dell’azienda. Saper fare comunicazione bene è qualcosa che non riesce a tutti, ma la nostra agenzia ha saputo farla sia nell’era analogica che digitale. Ed aver avuto successo in tempi così diversi, dimostra la nostra forza.

G: Quindi l’esperienza e il successo, sia nel marketing tradizionale che digitale, è la vera forza dell’Agenzia Perdonà?

C: Certamente è un nostro POD (point of difference), la caratteristica che ci contraddistingue rispetto ad altre realtà sul territorio. L’esperienza, se combinata con la crescita ed evoluzione del proprio business, ha un valore inestimabile.

G: Ultima domanda: c’è una competenza che risulta più forte nell’agenzia? Mi riferisco alla dicotomia marketing tradizionale vs marketing digitale.

C: No, non c’è. Come dicevo, siamo riusciti a specializzarci nelle attività di digital marketing ma senza tralasciare i canali tradizionali. Alla fine, una buona comunicazione si ottiene attraverso una comunicazione coerente su più piattaforme e touch points. Non a caso si parla di omnichannel marketing. Ovviamente l’evoluzione del proprio business, l’anticipazione delle esigenze di mercato non sarebbe stata possibile senza una chiara strategia di governance. Questa è un’altra grandissima caratteristica che ci contraddistingue dal resto del mercato locale: una struttura manageriale con un organigramma funzionale, dove ogni collaboratore ha una job description ben definita con obbiettivi, criteri meritocratici e percorsi di carriera precisi. Siamo un’agenzia, anzi un’azienda di comunicazione, che sa dare valore alle proprie riscorse umane, che crede in un tipo di lavoro agile, di squadra, nell’inclusione, nella partecipazione e contributo di ogni dipendente. Una bella differenza con le agenzie che assumono collaboratori freelance.

È tutto Christian. Grazie per l’intervista!

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Portfolio Agenzia Perdonà-calendario Multipower